Per i ragazzi di Benitez il match conclusivo della fase a gironi dell’Europa League è una vera e propria passeggiata. In un San Paolo deserto gli azzurri sono già sul 2-0 al quarto d’ora di gioco. Lo Slovan Bratislava guidato da Chovanec è la cenerentola del girone con zero punti conquistati e un solo gol all’attivo (contro i diciassette subiti): una resistenza troppo fragile per questo Napoli che vuole a tutti i costi la vittoria e la ottiene chiudendo il discorso primo posto e accedendo ai sedicesimi di finale come testa di serie. Il sigillo finale sull’incontro è di Duvan Zapata, l’uomo del momento, a segno tre volte nelle ultime tre gare. Rafa Benitez gli sta concedendo sempre maggiore minutaggio e nel post partita ha ammesso con una battuta «Sta facendo bene, il suo problema è avere uno come Higuain davanti. Certo, se continua così, Gonzalo deve stare attento…». Poi ha commentato il match: «3-0 è un risultato positivo e siamo soddisfatti, però si poteva fare qualcosa in più in termini realizzativi. Bisogna migliorare in vista di Milano». Lo sguardo è già rivolto al posticipo di domenica sera contro il Milan. La sfida a Pippo Inzaghi è lanciata.

LA SFIDA. Napoli. Stadio San Paolo. Notte europea, ma senza la “musichetta” dei campioni. In ballo c’è comunque il primo posto nel girone e l’accesso al sorteggio della fase eliminatoria come testa di serie. Benitez ha caricato il gruppo, a partire dal capitano Marek, per la prima volta fischiato dai suoi tifosi nel match contro l’Empoli, e ha chiesto ai suoi giocatori di assumersi più responsabilità in campo. Il mister vuole maggiore personalità e intraprendenza, undici uomini prima che calciatori. La formazione schierata dal primo minuto è una prova di quanto lui tema che disattenzioni e un approccio errato alla partita possano minare il conseguimento dell’obiettivo. Il primo posto è troppo importante, tanto da fargli scordare ogni pensiero riguardante il Milan e il turnover. Benitez non si fida. Così, fatta eccezione per il Pipita, Albiol e Rafael (al suo posto Andujar al debutto stagionale), giocano i migliori a disposizione, nonostante un avversario mediocre, a quota zero nel girone e in caduta libera nel suo stesso campionato.

LE FORMAZIONI.

Napoli (4-2-3-1): Andujar; Maggio, Koulibaly, Britos, Ghoulam; Inler, Gargano; Callejón, Hamsik, Mertens; Zapata. A disposizione: Rafael, Henrique, Mesto, Jorginho, David Lopez, De Guzman, Higuain.

Slovan Bratislava (4-1-4-1): Pernis; Cikos, Hudak, Gorosito, Jablonsky; Kolkac; Zofcak, Stefanik, Milinkovic, Kubic; Peltier. A disposizione: Polacek, Siplak, Duris, Vrablec, Halenar, Fort.

L’ALLENAMENTO. Il match somiglia ad una partitella di rifinitura infrasettimanale. Di fronte due squadre, casacca blue jeans contro casacca bianca, con la prima in controllo della manovra e nettamente superiore sul piano tecnico-tattico. Gli attaccanti azzurri penetrano nella retroguardia slovacca come lame nel burro. Al 6’ Mertens porta i suoi in vantaggio con una finta che manda a spasso il suo marcatore e il tiro a giro dal limite che batte l’incolpevole portiere avversario. Al 16’ è la volta di Hamsik che, servito egregiamente dal belga su calcio piazzato, conclude a rete firmando il raddoppio. La partita è già archiviata come lo sono i fischi piovuti domenica sul capitano, dopo la brutta prestazione contro l’Empoli. Il prosieguo dell’incontro è praticamente un assolo partenopeo, con occasioni da gol che fioccano come la neve in terra Slovacca, sui Carpazi in pieno inverno. Al 27’ Callejón spreca da due passi su ottimo assist del capitano. Poco dopo è Inler con un insidioso tiro dalla lunga distanza a mettere apprensione al portiere slovacco Pernis. La ripresa segue lo stesso canovaccio, con Mertens sempre protagonista, il migliore degli azzurri e man of the match. Al 62’ scaglia un tiro potente da fuori area impegnando severamente Pernis. Gli ingressi in campo di De Guzman e Mesto non alterano la spinta offensiva del Napoli che è costante e inesorabile. Arriva così al 75’ la firma di Zapata che semina due volte il suo diretto marcatore sulla corsia sinistra poi allarga su Ghoulam e corre nel cuore dell’area a depositare il cross di quest’ultimo in fondo alla rete. Una rete eccezionale che scrive la parola fine sull’incontro. Negli ultimi minuti Benitez gli concede anche l’applauso dei circa seimilacinquecento tifosi del San Paolo (record negativo dell’era De Laurentiis) richiamandolo in panchina, sostituito dal Pipita.

IL CAMMINO EUROPEO. L’Europa League non è mai stata così italiana. Ai sedicesimi prenderanno parte ben cinque squadre della serie A: Napoli, Fiorentina, Inter, Torino e Roma (uscente dalla Champions). Gli azzurri vogliono recitare la parte dei protagonisti e per la prima volta godono dei favori del sorteggio. Bisognerà attendere lunedì 15 per conoscere gli abbinamenti e l’attesa si fa spasmodica perché sono diverse le mine vaganti che potrebbero insidiare le squadre italiane teste di serie. Queste le 13 possibili avversarie azzurre: Psv Eindhoven, Celtic, Tottenham, Dnipro, Siviglia, Aalborg BK, Wolfsburg, Guingamp, Trabzonspor, Anderlecht, Villarreal, Liverpool, Ajax. Le più abbordabili sono sicuramente i francesi del Guingamp, la trasferta danese con l’Aalborg e i turchi del Trabzonspor. Rafa Benitez però non guarda al sorteggio ed è tranquillo, consapevole dei mezzi, fin qui espressi solo in parte, della sua squadra. Riguardo al pericolo Liverpool ha infatti dichiarato: «Ho tanti amici lì, sarebbe bello vedere la mia famiglia». La strada è spianata, il cammino è tracciato. Il Napoli deve fare il Napoli. Questo vuol dire una sola cosa: vincere. L’Europa attende.

Venerdì 12 Dicembre 2014

Dario Di Pascale

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