Non รจ trascorso ancora un decennio da quando gli eredi di Casa Savoia non potevano accedere e soggiornare in Italia, ma i tempi corrono ed Emanuele Filiberto sta al passo: il raccomandato partecipa, non si sa a che titolo, al festival della canzone Italiana e si classifica secondo, insieme al marpione Pupo e ad un tenore finito lรฌ per scambio. A rappresentare il nostro sud Nino Dโ€™Angelo che non accede nemmeno alla fase finale della competizione e ne dice di tutti colori al principe. Ma andiamo per ordine; lโ€™ex caschetto biondo ha partecipato al festival con un brano tutto in Napoletano, componente che lโ€™ha penalizzato. Da apprezzare il testo, inno alla meridionalitร , meno la musica, troppo legata alla tradizione della tarantella (si ascolti la Tarantella del Gargano). Il trio composto da Emanuele Filiberto di Savoia, Pupo e il tenore Luca Canonici, invece, si รจ presentato al festival di Sanremo con una lettera del povero principe quando era ancora in esilio musicata da Pupo. Il risultato, a detta del principe, รจ una lettera dโ€™amore allโ€™Italia; a detta dei piรน si tratta di un misto di ignoranza, pateticitร  e ruffianeria. In piรน lโ€™elemento da non sottovalutare รจ che alla sessantesima edizione del festival della canzone piรน noto al mondo si presenti un perfetto dilettante allo sbaraglio e Pupo si chiede anche perchรฉ il trio sia stato fischiato prima dellโ€™esecuzione del brano! Sรฌ perchรฉ come mai prima il teatro Ariston ha fischiato dei concorrenti in gara, eppure, non si sa come, grazie al voto della giuria demoscopica il trio si รจ piazzato secondo al festival. Ritornando al brano, alcuni versi mostrano in toto la conoscenza storica dellโ€™autore: il principe afferma che lโ€™Italia โ€œsi specchia serenamente in tutta la sua storiaโ€ e che sente โ€œbattere piรน forte il cuore di unโ€™Italia solaโ€. A quanto pare il principino non sa che a centocinquanta anni dallโ€™unitร  dโ€™Italia cโ€™รจ chi lotta per far conoscere realmente i fatti e i retroscena dellโ€™invasione che subรฌ il Regno delle Due Sicilie da parte dei suoi antenati.
di Domenico Matania